La prima conseguenza positiva per il settore dello shipping derivante dall'accordo tra Israele e Hamas, avviato con la liberazione di tre ostaggi israeliani da parte di Hamas e circa 90 prigionieri palestinesi da parte di Israele, è la fine della crisi nel Mar Rosso.
Il gruppo paramilitare yemenita degli Houthi ha infatti dichiarato che, finché il cessate il fuoco a Gaza sarà in vigore, non attaccherà le navi mercantili in transito nel Mar Rosso, un passaggio cruciale per accedere o uscire dal Mediterraneo attraverso il canale di Suez.
L'annuncio è stato comunicato domenica scorsa tramite l'email dell'Humanitarian Operations Coordination Center, una piattaforma utilizzata dagli Houthi per interagire con navi e comunità internazionali. La comunicazione, rivolta a armatori, dirigenti, autorità governative, assicuratori marittimi, sindacati e associazioni di settore, specifica che gli Houthi hanno "sospeso le sanzioni imposte alle navi nelle liste di divieto". Tuttavia, le restrizioni e le minacce permangono per le imbarcazioni di proprietà totale o parziale israeliana e per quelle battenti bandiera israeliana, classificate come di "classe A". Per queste navi, il transito rimane vietato nelle acque del Mar Rosso, di Bab el Mandeb, del Golfo di Aden, del Mar Arabico e dell'Oceano Indiano fino alla completa implementazione di tutte le fasi dell'accordo.
Negli ultimi 14 mesi, il traffico marittimo nel Mar Rosso è diminuito del 60%. Secondo un rapporto del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite pubblicato a ottobre, gli Houthi hanno attaccato oltre 134 navi nell'ultimo anno utilizzando mezzi come imbarcazioni veloci, droni, missili balistici e da crociera forniti da Iran e Cina. Questi attacchi si sono svolti in collaborazione con gruppi terroristici come Al-Qaeda, intensificando ulteriormente l'instabilità nella regione.