Secondo Transport Intelligence, le navi più grandi stanno dominando l'orderbook globale, mentre gli investimenti diretti degli armatori crescono rispetto a quelli dei tonnage provider.
Gli operatori di linea controllano ora il 79% della capacità del portafoglio ordini, rispetto al 61% della flotta attuale. Tuttavia, i dati di Braemar mostrano un calo della domanda di Ultra Large Container Vessels (ULCV), con un crescente interesse per navi di medie dimensioni (12.000-16.999 Teu), più adatte ai nuovi modelli commerciali e alle rotte decentralizzate.
Entro il 2025, sono attese solo sei navi oltre i 17.000 Teu, contro 83 navi di medie dimensioni, riflettendo lo spostamento delle rotte commerciali dalla Cina verso hub emergenti come Vietnam, India e Indonesia, meglio equipaggiati per gestire navi più piccole. Questa transizione favorisce la connettività regionale, riduce i rischi di congestione e interruzioni geopolitiche, e potenzia le rotte intra-asiatiche e africane.
Le navi più piccole offrono maggiore flessibilità operativa ma hanno costi unitari più alti, che potrebbero portare a una stabilizzazione o un leggero aumento delle tariffe, specie per le rotte di nicchia. Nel breve termine, si prevedono volatilità nelle tariffe e nei volumi a causa dell’adattamento delle compagnie ai cambiamenti della domanda.
A lungo termine, il decentramento dai mega porti verso porti emergenti e sottoutilizzati potrebbe stimolare investimenti in infrastrutture portuali e migliorare l'accesso ai mercati regionali. Questo scenario promette maggiore flessibilità, riduzione dei rischi e opportunità di mercato per gli spedizionieri, in linea con la diversificazione della catena di approvvigionamento e l'espansione nei nuovi mercati.