Nonostante le incertezze, è stato firmato l’accordo di rinnovo del contratto nazionale unico per il settore armatoriale. L’intesa è stata appoggiata anche dalle principali associazioni di categoria. Sono circa 68mila i lavoratori marittimi coinvolti, oltre ai circa 8mila di terra.
L’accordo prevede un aumento del 6% nella retribuzione del personale. Stefano Malorgio, Salvatore Pellecchia e Claudio Tarlazzi - rispettivamente segretari generali di Filt Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti - si dicono «soddisfatti per l’attestamento finale di questo rinnovo, raggiunto in una fase molto delicata per il nostro paese e in un contesto socio-economico mondiale ricco di incertezze, a seguito dell’emergenza sanitaria».
Tuttavia, secondo Stefano Messina - presidente di Assarmatori - l’aspetto economico «non è l’unico segnale di svolta di questa intesa tra imprese e sindacati: per la prima volta, infatti, il settore del lavoro marittimo sarà regolato da un unico contratto, a conferma di un’unità sostanziale del mondo armatoriale di fronte alle sfide fondamentali per il settore marittimo e per l’economia nazionale».
Una misura di questo tipo appariva indispensabile in un momento di grande difficoltà come quello che stiamo vivendo. Ricordiamo, infatti, che in seguito all’emergenza causata dalla pandemia da Covid-19 il settore marittimo ha subito una perdita superiore al 60%. Lo definisce uno studio condotto dall’Ecsa (European Community Shipowners' Associations).