Collegio Nazionale Capitani

La flotta nazionale torna a crescere

Articolo di giovedì 15 ottobre 2015



Collegio Capitani


Nonostante la crisi globale durata anni, la flotta mercantile italiana frena, nel 2015, la perdita di tonnellaggio che, tra 2013 e 2014, era stata significativa.
A registrare i segnali positivi è Confitarma, l'associazione degli armatori italiani, che si prepara a divulgarli, nei dettagli, durante la prossima assemblea, in calendario giovedì.



Nonostante la crisi globale durata anni, la flotta mercantile italiana frena, nel 2015, la perdita di tonnellaggio che, tra 2013 e 2014, era stata significativa.
A registrare i segnali positivi è Confitarma, l'associazione degli armatori italiani, che si prepara a divulgarli, nei dettagli, durante la prossima assemblea, in calendario giovedì.

L'anno scorso, il naviglio battente bandiera italiana registrava una riduzione dell'8% del tonnellaggio di stazza, rispetto al 2013 e un -4% del numero di navi.
Entro la fine 2015, invece, anticipa Confitarma al Sole 24 Ore, basandosi su fonti statistiche internazionli, saranno quasi 600mila (il calcolo è fatto conteggiando navi già consegnate e in cosegna entro l'anno in corso) le tonnellate di stazza di nuovo naviglio che entreranno a far parte della flotta di bandiera.
Quest'ultima ammonta a oltre 17 milioni di tonnellate e segna così un sostanziale pareggio con il 2014. Anzi, secondo Clarkons, una delle più grandi aziende fornitrici di servizi allo shipping nel mondo, la flotta italiana, tra gennaio e settembre di quest'anno, ha registrato +0,1&ì% sull'intero 2014. Un passo avanti significativo rispetto al -8% del 2014.

Bisogna poi tenere conto, commenta Manuel Grimaldi, presidente di Confitarma, del fatto che "la flotta italiana dal 1998 si è rinnovata quantitativamente e qualitativamente dai circa 8,5 milioni di tonnellate di stazza di quell'anno siamo arrivati agli attuali 17 milioni di tonnellate, toccando i 19 milioni nel 2012. Tutto questo a dispetto delle riduzioni registrate negli ultimi anni, che sono il frutto della lunga crisi economica".

Grimaldi sottolinea poi che "i notevoli investimenti in nuove costruzioni, effettuati negli ultimi anni", consentono agli armatori italiani "di disporre di unità giovani, tecnologicamente avanzate e in grado sia di offrire servizi di qualità all'utenza, sia di navigare rispettando l'ambiente".

Il numero uno di Confitarma aggiunge che "se la flotta italiana continua a mantenere posizioni di rilievo tra le principali marine europee e mondiali e le imprese armatoriali italiane sono in grado di fronteggiare la concorrenza estera e le sfida del mercato globale, è grazie alle misure previste per le navi iscritte nel Registro internazionel italiano".

Le norme introdotte dal registro (che comprendono anche agevolazioni per gli armatori che decidono di battere bandiera italiana, anzichè appoggiarsi a bandiere di comodo) e le successive modifiche apportate al testo, secondo Grimaldi, rappresentano uno dei pilastri su cui poggia la competitività della flotta italiana.

In effetti, la crescita della flotta va di pari passo con un amneto degli iccupati sia a vordo che a terra. Secondo Confitarma nel 1998 erano 30mila gli occupati diretti dall'industria dei trasporti marittimi. Oggi sono circa 62mila i diretti più altri 100mila addetti dell'indotto. Il calcolo relativo ai diretti è fatto in base a una stima (di fine 2014) hce ruotano circa 54.500 marittimi. Il rapporto tra personale di terra e posti a bordo è poi stimatonell'ordine di uno a cinque, per cui i posti a terra sono valutati in 7.800.

Oltre  ai dati sulla flotta e all'andamento del comparto, nell'assemblea di giovedì saranno anche presentati due studi sullo short sea shipping della Commissione navigazione corto raggi, presieduta da Roberto Martinoli.

fonte: sole24ore

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