Collegio Nazionale Capitani

Tutte le novità pensionistiche nel 2020

Articolo di martedì 21 gennaio 2020



Collegio Capitani

Sono state confermate tre opzioni: quota 100, Ape sociale e Opzione Donna

Uno dei temi più accesi che ha animato le discussioni politiche è sicuramente quello pensionistico. Con la Manovra 2020 sono state confermate tre misure già note: quota 100, Ape Sociale e Opzione Donna.

In cosa consiste la Quota 100?

Con Quota 100 si fa riferimento alla possibilità, per i lavoratori, di andare in pensione in anticipo se si raggiungono 100 anni sommando l’età anagrafica e il numero di anni di contributi versati.

Nello specifico le indicazioni sono le seguenti: il lavoratore deve avere almeno 62 anni, quindi essere nato nel 1958, e deve aver versato almeno 38 anni di contributi.

Tutti i lavoratori che rientrano in questi standard dal 31 dicembre 2019, potranno andare in pensione a partire dal mese di aprile dell’anno in corso.

Per i lavoratori che invece raggiungono questi requisiti durante il 2020 verranno aperte delle finestre apposite ogni tre mesi, per quanto riguarda il settore privato, ogni sei mesi invece per il settore pubblico.

La Quota 100 avrà valore fino al 2021, superato tale anno si potrebbe finire nel temuto scalone di 6 anni.

In cosa consiste l’Ape Sociale?

L’opzione Ape Sociale offre la possibilità di accedere ad un contributo Inps erogato dallo Stato. Il lavoratore che ne fa richiesta, può percepire questa quota fino a quando non raggiunge i 67 anni, ovvero l’età richiesta per la pensione di vecchiaia.

A chi è diretto l’Ape Sociale?

Questo tipo di provvedimento è stato studiato per i disoccupati, per coloro che sono invalidi con una percentuale minima del 74% e per quei lavoratori che svolgono lavori pesanti. L’Ape Sociale è richiedibile solo dai lavoratori che hanno almeno 63 anni d’età e che non percepiscono alcun tipo di pensione, sia su suolo nazionale che internazionale.

In cosa consiste l’Opzione Donna?

L’Opzione Donna è riservata alle lavoratrici e tiene conto del carico aggiuntivo che ognuna si sobbarca in aggiunta a quello lavorativo. Si fa riferimento alla cura dei figli e dei più deboli della famiglia (come i genitori anziani) spesso affidati alle sole donne.

L’Opzione Donna offre la possibilità di andare in pensione anticipatamente se si hanno i seguenti requisiti: almeno 58 anni di età e ben 35 anni di contributi versati.

Se la lavoratrice è di tipo autonomo allora l’età anagrafica viene portata a 59 anni.

Cosa succede praticamente se si fa richiesta di pensione anticipata con L’Opzione Donna?

Accade che la pensione viene calcolata solo in base ai contributi effettivamente versati.

Esiste un’opzione mista, che da un lato tiene conto dei contributi versati e dall’altro dello stipendio percepito dalla lavoratrice al momento in cui va in pensione. Questa opzione che tiene conto del sistema retributivo è molto più vantaggiosa per la lavoratrice, ma per potervi accedere lo scotto da pagare è la rinuncia ad una fetta del proprio assegno pensionistico. Questa decurtazione può toccare dal 25 al 30% la cifra della quota.

Magra consolazione per tutti i pensionati

Per il 2020 è stata considerata la rivalutazione degli importi delle pensioni che saranno adeguate in linea con l’andamento dell’inflazione.

Si tratta di cifre talmente irrisorie che non incideranno significativamente sul potere di spesa delle famiglie.

Per fare un esempio, le pensioni da 1500 euro al mese vedranno l’aumento di soli 6 euro mensili.

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