Collegio Nazionale Capitani

Lo stand-by dei lavoratori di società in fallimento

Articolo di martedì 03 dicembre 2019



Collegio Capitani

I dipendenti di società in fallimento finiscono in una fase di stallo determinata dal curatore fallimentare


Le società che dichiarano fallimento sono affidate al procuratore fallimentare, dal quale dipendono le azioni che verranno poste in essere per gestire il fallimento.

Tra le operazioni più delicate c’è la gestione dei lavoratori.

Cosa avviene infatti a coloro che lavorano per società in fallimento?

I contratti subiscono uno stop, non vengono cancellati, né proseguono.

Semplicemente subiscono una sorta di congelamento.

Vediamo nello specifico cosa accade, prendendo come riferimento una recente sentenza della Cassazione.

La prima questione è legata ai contratti dei lavoratori, bisogna decidere se licenziare o meno tutti i dipendenti. Mentre il curatore fallimentare decide come procedere, i dipendenti si ritroveranno in una situazione di stallo: non vedranno annullare il contratto nell’immediato né percepiranno stipendi successivi alla data del fallimento. Durante questo periodo di stasi il dipendente non è tenuto a lavorare e non è coperto dalla retribuzione né gli vengono versati i contributi.

Il curatore fallimentare è tenuto a valutare la situazione e decidere come procedere, se cessare completamente l’intera attività oppure preservarne una parte.

Dalle sue decisioni dipendono le sorti dei singoli lavoratori.

Approfondiamo la questione andando a prendere in esame l’annosa situazione di quei lavoratori che al momento della dichiarazione di fallimento erano in arretrato con il versamento dei contributi che avrebbero dovuto ricevere dall’azienda.

In questo caso, gli ultimi tre mesi sono coperti dal Fondo di Garanzia dell’Inps. Un fondo nato ad hoc come ammortizzatore in caso di società in fallimento. Questo stesso fondo copre inoltre il TFR (trattamento di fine rapporto). La domanda può essere fatta dai dipendenti di quelle aziende che dalla dichiarazione di fallimento non è trascorso un lasso di tempo maggiore a 12 mesi.

Gli stipendi arretrati invece saranno coperti totalmente o in parte dai proventi ricavati dalla vendita dei beni aziendali. I dipendenti risulteranno così dei “creditori privilegiati”.

Quando un’azienda dichiara fallimento tutti i beni vendibili saranno venduti e il ricavato verrà utilizzato per pagare i creditori. I creditori privilegiati sono quelli che per primi ricevono i pagamenti.

Per quanto concerne la richiesta di pagamento del TFR, il Fondo di Garanzia dell’Inps è tenuto ad intervenire a cessazione del rapporto di lavoro e a rispondere se il datore di lavoro è inadempiente e se non esistono garanzie patrimoniali a copertura dei debiti.

I lavoratori possono accedere al Fondo di Garanzia per richiedere il TFR attraverso il sito dell’Inps: www.inps.it oppure attraverso i numerosi uffici del CAF presenti sul territorio.

Il Fondo di Garanzia liquida ciò che spetta entro 60 giorni dalla richiesta effettuata dal lavoratore.


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