Si apre un terzo filone d’inchiesta relativo ai collaudi facili

La Procura si è mossa per verificare in che modo venissero rilasciati i collaudi dall’ente Rina.

Già in passato al centro di controlli simili, il Rina si trova ad essere  sotto inchiesta circa la questione dei collaudi facilitati.

Si tratta dell’inchiesta numero tre, aperta dal pm Walter Cotugno in merito ai certificati rilasciati dal suddetto ente.

Uno degli ultimi casi esaminati riguarda il traghetto Moby Otta. Nell’estate del 2017, più precisamente nel mese di agosto, viaggiò sulla rotta Genova-Porto Torres con il portellone aperto.

Contestate le certificazioni emesse dagli ingegneri che per ultimi si sarebbero dovuti occupare di rilevare eventuali anomalie.

Gli addetti hanno invece dichiarato che tutto fosse in norma, facendo di fatto partire una nave che non era in condizioni di farlo.

Giacché questo controllo blando è susseguito ad un controllo precedente molto più accurato, la Guardia di Finanza, la Capitaneria di Porto e la Polizia Postale stanno indagando ed hanno preso possesso delle certificazioni legate all’accaduto.

In merito, gli avvocati dell’ente protestano contro l’acquisizione delle certificazioni di collaudo avvenute su altre imbarcazioni.

Di contro la Procura considera fondamentali i carteggi per analizzare nella totalità il complesso sistema di certificazioni.

Un’inchiesta simile è portata avanti circa il disastro della Jolly Nero. Inchiesta seguita sempre dal pm Cotugno.

Uno degli indagati ha dichiarato che: “si faceva così”, riferendosi ai controlli blandi e alle certificazioni rilasciate con una certa serenità d’animo. Come fosse da prassi la superficialità.

L’inchiesta coinvolge molte compagnie, come la Costa Crociere.

Pare che siano in molti ad aver approfittato del sistema agevolato di certificazioni, ottenendo accertamenti morbidi da parte dei tecnici del Rina e degli Ufficiali della Capitaneria di Porto.

Già nel lontano aprile 2017 un’inchiesta portò all’arresto di due ingegneri del Rina, uno Direttore del Settore Certificazioni e l’altro Capo Area. Oltre ai due ingegneri, finirono nel mirino un Capitano di fregata e uno di vascello. Entrambi accusati di falso in atto pubblico e destinati ad altri settori una volta reintegrati.