Francesca Zamunaro, sanremese di 23 anni, ha scelto una vita a stretto contatto col mare. Girare il mondo per mare, passando per ogni porto, con la caparbietà che la contraddistingue e qualche sacrificio, in un ambiente per la maggior parte maschile.
La sua è una posizione di rilievo, a 23 anni è terzo ufficiale di macchina sulle navi da crociera. «Ho respirato l’aria di mare fin da bambina. Mio papà ha sempre lavorato nel diporto, sugli yacht. È stato lui a trasmettermi la passione per la nautica. Quando finite le medie ho dovuto scegliere la scuola superiore, non ho avuto dubbi: il nautico e mi sono così iscritta al “Doria” di Imperia».
Non certo una scelta semplice, tra le poche donne in un equipaggio di soli maschi, per cinque anni. «Non è stata una passeggiata di salute, le materie erano piuttosto complesse e di femmine con cui confrontarmi ce n’erano davvero poche. Ma sapevo che quella era la mia rotta e questo mi ha aiutato ad andare avanti e a raggiungere il diploma».
Sono seguiti poi gli studi all’Accademia mercantile italiana a Genova, il test d’ingresso e i pochi posti agognati da studenti di tutta Italia. Francesca però riesce a superare anche questa prova, grazie all’impegno negli studi e alla sua caparbietà, e diventa così allieva di macchina.
«L’Accademia mi ha dato la possibilità di intraprendere un percorso di alternanza studio e lavoro, con 2 mesi in aula e minimo 4 a bordo. Mi sono così imbarcata per la prima volta. Ho festeggiato i 20anni a bordo. La nave era la Costa Crociere, la destinazione i Fiordi. È stato molto strano, mi trovavo in un posto che non conoscevo, con gente estranea, a fare qualcosa di cui avevo solo sentito parlare. Mi hanno dato una tuta, la tipica tuta da meccanico tutta bianca con guanti, caschetti, scarpe antinfortunistiche. Facevo un turno spezzato, dalle 8 alle 12 e dalle 20 alle 00, più lo straordinario. Trascorrevo la maggior parte del mio tempo in sala macchine a fare la ronda o rifornimento di combustibile. È stato faticoso, la lontananza da casa, il carico di lavoro. Ho avuto però la fortuna di trovare una squadra spettacolare e anche se ero la più piccola, oltretutto donna, l’unica, non mi sono mai sentita a disagio».
In un ambiente a maggioranza maschile come quello dei trasporti marittimi, Francesca è una delle poche donne che riesce a fare carriera, distaccandosi dall’immaginario della donna addetta a mansioni più vicine all’universo femminile, come per esempio la ristorazione, l’accoglienza, l’intrattenimento, ecc.
«Devo ammettere che mi è sempre andata bene – sottolinea –. Al di là del duro lavoro (ma quale lavoro non lo è?) non ho mai subito discriminazioni o forme di molestie. Ho conosciuto colleghe che, al contrario, non sono state ben accettate dagli uomini dell’equipaggio e sono state costrette “ad abbandonare la nave”. E di esempi ne potrei fare tanti. Io sono riuscita a farmi volere bene. Spesso ho dovuto mostrarmi più disponibile, abbassare la testa, lavorare, forse di più, ma non ho mai avvertito tutto ciò come se fossi vessata: sto semplicemente cercando di svolgere al meglio la professione che ho scelto».
«Il mio futuro è in mare. Non so se un domani continuerò sulle navi da crociera, forse mi sposterò nel diporto, sugli yacht privati come hostess. Vedremo. Per il momento so solo che voglio continuare a navigare. A marzo sono diventata terzo ufficiale di macchina, mi hanno dato una nuova divisa, con il grado sulla spalle e l’elica sul colletto. Ogni volta che la indosso mi sento importante. Se tornassi indietro ripercorrerei la stessa strada ad occhi chiusi. E a tutte quelle donne che vogliono intraprendere il mio stesso percorso, voglio dire di non spaventarsi alla prima difficoltà. La vita di bordo è molto difficile ma bisogna imparare a scendere a compromessi, sia sotto l’aspetto affettivo, per la maggior parte dell’anno sei in navigazione, sia sotto quello quotidiano, per mesi vivi e lavori sempre nello stesso luogo –sia sotto quello relazionale, fare amicizie in un ambiente prettamente maschile non è semplice. Ma se è il lavoro che vuoi fare veramente, niente e nessuno potrà mai impedirti di andare avanti e raggiungere il tuo porto».