Un bilancio non dei migliori quello del 2017 per il gruppo Moby (Moby, Tirrenia Cin e Toremar). Solo nei primi tre mesi dell’anno i ricavi sono stabili, da 95,6 a 94,6 milioni, con un Ebitda negativo per 5,7 milioni, mentre nello stesso periodo dell’anno 2016 era positivo per 14,1 milioni.
Le cifre sono state riportate dalla webzine di economia del mare e trasporti “Ship2Shore.it": "Durante la conference call con gli obbligazionisti (il bond di Moby in scadenza nel 2023 è quotato alla Borsa del Lussemburgo) questo deterioramento dei risultati è stato giustificato soprattutto con l’apertura delle nuove linee verso la Corsica (Nizza – Bastia), nel Mar Baltico, in Sicilia e a Malta, oltre che con un aumento del prezzo del bunker. Nessun riferimento esplicito invece alla pressione sui margini di guadagno imposta dalla concorrenza di Grimaldi Lines e di Corsica Ferries sulla Sardegna, un mercato dove Moby e Tirrenia detengono un market share del 70% nel business passeggeri e del 71% nel trasporto merci. Significativo inoltre che, sul totale di 95,6 milioni di ricavi generati nei primi tre mesi del 2016, 36,6 milioni erano contributi pubblici (per la convenzione Tirrenia in scadenza nel 2020 e Toremar in scadenza nel 2022) e altri 34,4 milioni facevano riferimento al mercato della Sardegna (proprio i due obiettivi messi nel mirino dal rivale Gruppo Grimaldi)".
Eppure, ancora secondo Ship2Shore, "l’indebitamento del gruppo a fine marzo era salito a 556,3 milioni (dai 538 milioni di fine 2016) e i vertici di Moby e Tirrenia hanno esplicitamente ammesso di stare valutando diverse opzioni per rimettere in equilibrio la leva finanziaria del gruppo". Tra le varie ad esempio l'eventuale rinegoziazione dei termini dell'indebitamento.
Si attendono le analisi del secondo trimestre, che potrebbero risultare più positive considerando anche il periodo pasquale. Tuttavia i numeri parlano chiaro: Da gennaio a marzo le compagnie hanno subito un calo di passeggeri del 9,3%, con un’offerta del 7,4% in più di viaggi.