La Commissione europea ha tracciato in un report
il bilancio dei progressi compiuti e di ciò che resta da fare per
rendere pienamente operativa la nuova Agenzia europea della guardia di
frontiera e costiera.
Tre mesi dopo il varo
dell'Agenzia sono stati conseguiti risultanti importanti, che includono
la costituzione di una riserva di reazione rapida obbligatoria di
guardie di frontiera e apparecchiature e la creazione di una nuova
riserva per le squadre di intervento per il rimpatrio. Tali riserve
possono essere dispiegate per sostenere gli Stati membri cui spetta in
primis rafforzare il controllo alle frontiere esterne. L'Agenzia europea
della guardia di frontiera e costiera ha dispiegato 1550 agenti per
fornire sostegno agli Stati membri alle loro frontiere esterne,
integrando le capacità nazionali esistenti, equivalenti a oltre 100mila
guardie di frontiera. È la prima volta che gli Stati membri dell'Ue
mettono in comune così tante risorse, ma lo svolgimento delle operazioni
da parte dell'Agenzia europea della guardia di frontiera e costiera
continua a presentare carenze, e gli Stati membri devono provvedere a
porvi rimedio adeguatamente.
Attraverso gli
investimenti congiunti e la partecipazione attiva nell'assicurare il
prima possibile la piena operatività della guardia di frontiera e
costiera europea, gli Stati membri manifestano concretamente il loro
impegno a condividere le responsabilità e a dimostrare solidarietà
nell'interesse comune. Gli Stati membri sono rappresentati nel consiglio
di amministrazione dell'Agenzia.
La relazione fa
il punto dei progressi compiuti per quanto riguarda le cinque priorità
individuate ai fini di una rapida attuazione e approvate dagli Stati
membri nella riunione del Consiglio "Giustizia e affari interni"
dell'aprile 2016:
• messa in comune obbligatoria delle risorse
per rafforzare la capacità di reazione rapida dell'Agenzia europea
della guardia di frontiera e costiera: per rafforzare l'organico delle
guardie nazionali di frontiera responsabili, dal 7 dicembre è stata
messa a disposizione immediata dell'Agenzia una riserva di reazione
rapida di 1 500 guardie di frontiera e altri agenti per fornire sostegno
sul campo negli interventi immediati su richiesta degli Stati membri,
insieme a una riserva di attrezzature di reazione rapida costituita da
attrezzature quali imbarcazioni ed elicotteri per effettuare interventi
rapidi alle frontiere. La capacità di reazione rapida va ad aggiungersi
alle operazioni congiunte in corso dell'Agenzia e ad integrare le
guardie nazionali di frontiera dispiegate dagli Stati membri
responsabili;
• valutazioni preventive delle vulnerabilità:
è stata adottata una metodologia comune per la valutazione delle
vulnerabilità per valutare ogni anno la capacità degli Stati membri di
affrontare le sfide alle frontiere esterne. Nel gennaio 2017 l'Agenzia
europea della guardia di frontiera e costiera ha iniziato a raccogliere
dati sulla capacità degli Stati membri di costituire la base e la chiave
di riferimento per l'esecuzione di valutazioni delle vulnerabilità nel
2017;
• sostegno per i rimpatri:
dal 7 gennaio 2017 sono disponibili tre nuove riserve costituite da 690
osservatori, scorte e esperti per i rimpatri, grazie alle quali
l'Agenzia europea della guardia di frontiera e costiera sostiene gli
Stati membri nelle attività di organizzazione e coordinamento delle
operazioni di rimpatrio e nella cooperazione con i paesi terzi per il
rimpatrio e la riammissione. L'Agenzia ha già intensificato in modo
significativo le sue attività relative ai rimpatri. Dall'entrata in
vigore del nuovo regolamento nell'ottobre 2016, l'Agenzia ha organizzato
78 operazioni di rimpatrio al fine di rimpatriare 3 421 migranti
irregolari, numero superiore a quello dell'intero 2015 (totale 2016: 232
operazioni); La Commissione presenterà un piano d'azione riveduto sul
rimpatrio nelle prossime settimane;
• istituzione di un meccanismo di denuncia:
il 6 ottobre 2016 è stato istituito un meccanismo di denuncia per
monitorare e assicurare il rispetto dei diritti fondamentali nelle
attività svolte dall'Agenzia europea della guardia di frontiera e
costiera;
• modello di accordo sullo status per la cooperazione operativa con paesi terzi prioritari:
nell'ambito del nuovo mandato, l'Agenzia europea della guardia di
frontiera e costiera è autorizzata a effettuare operazioni sul
territorio dei paesi terzi confinanti previo accordo. Nel novembre 2016
la Commissione ha adottato un modello di accordo sullo status. La
Commissione ha selezionato la Serbia e l'ex Repubblica jugoslava di
Macedonia come paesi terzi prioritari e oggi ha chiesto al Consiglio di
autorizzare l'avvio di negoziati con entrambi i paesi.
La
relazione inoltre individua le azioni concrete e i prossimi passi da
compiere per rendere pienamente operativa la guardia di frontiera e
costiera europea e dotarla di tutti i mezzi necessari. Gli Stati membri
devono provvedere affinché le risorse necessarie siano sempre messe a
disposizione su richiesta dell'Agenzia europea della guardia di
frontiera e costiera per l'esecuzione delle operazioni congiunte in
corso e future e per il ricorso alle riserve obbligatorie ai fini degli
interventi rapidi alle frontiere. Gli Stati membri devono inoltre dare
un seguito agli esiti delle valutazioni delle vulnerabilità e ovviare
rapidamente alle carenze individuate. In particolare, i primi risultati
di questo lavoro devono essere utilizzati per far fronte in via
prioritaria alle vulnerabilità più urgenti. Questo significa che nei
prossimi mesi dovremo reagire alle vulnerabilità connesse alle
principali sfide migratorie che ci troviamo ad affrontare.