Cassa integrazione in deroga da 3,3 milioni di euro da parte della
Regione Puglia e del governo per garantire fino a fine anno gli
ammortizzatori sociali ai 520 lavoratori del Taranto Container Terminal
(Tct). È l'accordo siglato ieri a Roma al ministero del Lavoro tra la
sottosegretaria del dicastero Franca Biondelli, sindacati, liquidatori
di Tct e Autorità portuale di Taranto.
a cura di Paolo Bosso
A Gioia Tauro si potenziano le ferrovie
Un vertice che ha interessato separatamente il porto pugliese e quello di Gioia Tauro e che ha visto la presenza, tra gli altri e oltre a Biondelli, del ministro dei Trasporti Graziano Delrio, del sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri Claudio De Vincenti e del viceministro allo Sviluppo economico Teresa Bellanova. Sullo scalo calabrese la Regione ha reso noto la conferma entro inizio 2017 del potenziamento della linea ferroviaria che consentirà di far transitare treni lunghi 750 metri con carri standard (sagoma PC45), mentre dal 2018 sarà disponibile la sagoma per gli autotreni (PC80). Sul bacino di carenaggio da realizzare con Msc non ci sono al momento particolari dettagli, se non una generica rassicurazione sul cronoprogramma per la realizzazione di un “nuovo insediamento produttivo”.
Agenzia del lavoro
Per Taranto è stata quindi prorogata fino a fine anno la cassa integrazione, in scadenza l'11 settembre. Terminata la cassa, il governo si è impegnato ad attivare con il nuovo anno una nuova agenzia del lavoro per gli insediamenti portuali di entrambe le regioni, come stabilito in un incontro a Roma di qualche settimana fa. Si chiamerà ”Agenzia nazionale di somministrazione”, sarà in vigore dal primo gennaio 2017 con lo scopo di formare, riqualificare e ricollocare in 36 mesi il mezzo migliaio di lavoratori del terminal container di Taranto e un altro mezzo migliaio circa sommando i porti di Gioia Tauro e Reggio Calabria.
«Vigileremo che tutto avvenga entro i termini e i tempi stabilità», commentano in una nota Filt Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti. «Gli impegni assunti dalle istituzioni – continuano - sono di realizzare la strutturazione di nuovi insediamenti produttivi a beneficio non solo dei porti di Gioia Tauro e Taranto, ma anche del loro indotto, delle economie regionali e di quella del Paese». Introducono «impegni e programmi di investimenti per rilanciare lo sviluppo di queste due importanti aree portuali, che da oltre 5 anni – conclude la nota - subiscono gli effetti drammatici della crisi del transhipment, che ha messo in ginocchio circa 1000 lavoratori portuali e le loro famiglie».