Il sindaco di Livorno, Filippo Nogarin, minaccia l'introduzione di dazi sulle merci e i passeggeri se non sarà modificata il decreto legislativo del Governo
“La riforma portuale messa in piedi dal Governo va nella direzione sbagliata. Se non ci sarà un’inversione di rotta, con un maggior coinvolgimento dei Comuni, saremo costretti a prendere provvedimenti severi”. Il severo giudizio sul decreto legislativo di riordino della portualità italiana è arrivato da Filippo Nogarin, sindaco di Livorno e presidente della Commissione Città Portuali di ANCI, che ha partecipato a Roma alla 70esima assemblea annuale di Confetra.
“La riforma - secondo Nogarin - provocherà una spaccatura più marcata tra porto e città: i vertici delle Port Authority, che attualmente sono scelti dal Ministero di concerto con Regioni, Provincie e Comuni interessati e categorie, saranno appannaggio solo del MIT e delle Regioni e questo non è ammissibile. Già oggi le Authority sono organismi indipendenti che operano senza rendere minimamente conto ai sindaci. Ma è bene ric
ordare a tutti che le loro decisioni hanno poi ricadute
dirette sulle città e sull’occupazione”.
Il sindaco di Livorno ha poi ricordato che, come ANCI, già un anno fa
avevano chiesto che fosse introdotta una tassa portuale sugli sbarchi,
sulla falsa riga di quanto già prevista in alcune città aeroportuali.
"Questa proposta non ha trovato spazio nella legge di Stabilità, ma se
non ci saranno correttivi alla riforma dei porti, a Livorno potremmo
valutare la possibilità di imporre dazi sulle merci e i passeggeri in
ingresso al porto”.
Nogarin ha lanciato infine una frecciatina al governatore della Toscana, Enrico Rossi, che al termine di un convegno organizzato a Livorno da Asamar (la locale associazione degli agenti marittimi), aveva sottolineato come i porti toscani scontino un ritardo infrastrutturale dovuto all’eccessivo municipalismo che la vecchia normativa aveva favorito. “Rossi - dice il rappresentante dellìAnci - si sbaglia di grosso. Livorno ha potuto beneficiare del prestito garantito dal piano Junker attraverso la banca europea solo in ragione dell’emergenza occupazionale che si registra in città.
Non è possibile che come Comune
si debba quotidianamente fare i conti con questa emergenza sociale, ma
non si possa avere voce in capitolo sul futuro di un sistema, quello
portuale, che potrebbe rappresentare la principale soluzione al dramma
dei disoccupati livornesi”.
N.C.