La Saremar vedrà presto terminare il travagliato percorso iniziato nel
2009 che la porterà verso una criticata e difficoltosa privatizzazione,
ma bensì verso la chiusura totale e l'estinzione della Società Saremar.
A poco sono servite le proteste delle varie organizzazioni sindacali, già preoccupate dei risvolti occupazionali che sarebbero avvenuti con la privatizzazione.
La Regione Sardegna ha infatti deciso tramite le due Delibere n.12/41 del 27 marzo 2015 e n.16/16 del 14 aprile 2015, che la liquidazione della società, con cessione di tutti i beni aziendali, dovrà avvenire entro il 31 dicembre 2015 – comportando “l’estinzione della società Saremar, motivo per cui non sarà più possibile procedere alla sua privatizzazione” si legge nel documento – e che contestualmente la stessa Regione dovrà provvedere ad “un nuovo affidamento, con procedura ad evidenza pubblica, dei collegamenti marittimi con le isole minori della Sardegna e con la Corsica e alla stipula del relativo contratto di servizio”.
La controversa storia di Saremar inizia il suo tracollo nel novembre 2009 quando la Regione Sardegna acquisì il 100% del capitale di Saremar nell'ambito delle privatizzazioni Tirrenia e delle sue controllate regionali.
Rimane ora da capire in che modo il governo regionale provvederà ad un nuovo affidamento dei collegamenti marittimi con le isole minori della Sardegna e con la Corsica.
Ora si apre la discussione tra Regione e Stato, in quanto quest'ultimo avrebbe dovuto erogare ogni anno 13 milioni di euro circa per i servizi in convenzione ma solo a patto che la privatizzazione di Saremar si fosse conclusa positivamente, cosa che invece non è avvenuta, infatti nel 2012 è terminata l'erogazione di queste risorse finanziarie.
Si spera di riattivare l'accordo Stato-Regione con la liquidazione di Saremar e l'immediata pubblicazioni di bandi pubblici per la liberalizzazione delle rotte.