Collegio Nazionale Capitani

Le incognite di Venezia. Il Propeller ne discute

Articolo di mercoledì 30 marzo 2016



Collegio Capitani

Riportare sul piano internazionale l’economia marittima veneziana. Questo l’obiettivo del tavolo di confronto dell’economia marittima e portuale avviato dal Propeller Club port of Venice, che ha riunito, nella sede della Nuova Compagnia Portuali a Portomarghera, il cluster della portualità e del sistema trasportistico veneziano.



Un gruppo di lavoro alla ricerca di nuove strategie che diano al sistema lagunare, inclusi i porti di Venezia e Chioggia, un giusto ruolo nel sistema dell’alto Adriatico, anche alla luce del progetto onshore-offshore che il presidente dell'Autorità portuale del capoluogo veneto, Paolo Costa, la necesssità di realizzarlo, pena la decadenza dei traffici della grandi navi portacontainer provenienti da Oriente. Sono anche emerse alcune criticità dello scalo lagunare nelle sue tre funzioni, commerciale, industriale e turistico sulle quali bisognerebbe intervenire: dai canali navigabili alle strutture a terra, con un piano di manutenzione e riassetto generale per l’arrivo, la lavorazione e la partenza delle merci, senza trascurare il problema dell'accesso delle grandi navi da crociera. Tutto ciò, è stato affermato nel corso dei lavori, va garantito con i finanziamenti e agevolazioni europee e dei privati, con particolare attenzione alla rinnovata “Legge Speciale”.
 
Al termine del dibattito è stato sottoscritto un documento con le linee guida «per bloccare – si legge in una nota del Propeller - il lento declino che, per mille problemi, penalizza la portualità lagunare, a cominciare proprio dalla mancanza di progetti strategici che siano in linea con quanto oggi l’evoluzione del mercato mondiale richiede». «L’International Propeller Club Port of Venice qui presente con ben sei consiglieri – commenta il presidente Massimo Bernardo – proprio per la presenza al suo interno di tutte le figure imprenditoriali e delle pubbliche amministrazioni che si occupano della portualità lagunare e del sistema trasportistico veneto, potrebbe rappresentare, fuori da qualunque schema politico, il “salotto buono” dove far convergere un più ampio dibattito sullo stretto rapporto che dovrebbe legare la Città al suo porto, come avviene, per esempio, per Genova o Trieste, colmando anche quel vuoto evidente che l’inerzia politica, come ha affermato il presidente di Venezia Terminal Passeggeri Sandro Trevisanato, sta facendo naufragare anche gli ottimi risultati raggiunti nel traffico crocieristico che approda nelle banchine doganali».

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