La devolution della pesca è in atto. Come sulla gestione del flusso dei
migranti, anche qui l'Europa preferisce un percorso statale a uno
“federale”.
L'11 marzo la Commissione europea ha presentato una proposta che prevede nuove misure per la conservazione del pescato nei mari europei. Regole su come, dove e quando i pescatori possono pescare, le modalità di lavoro e come regolarsi sulle catture accidentali. Fino ad ora queste regole sono state decise a livello comunitario con processi lunghi, rendendo la struttura normativa sempre più complessa e pesante. Considerando anche la depressione degli stock, a detta dell'Ue sempre più preoccupante, da qui la decisione da parte della Commissione Ue di dare più autonomia ai singoli Stati, che possono consorziarsi con altri Stati su un bacino marino di riferimento, come per esempio il Mediterraneo.
La proposta prevede una serie di regolamenti distinti da far confluire in un unico testo. L'Ue prescriverà i principi generali, come gli attrezzi consentiti e vietati e la tutela di alcune specie e habitat. Sui bacini marini specifici invece gli operatori nazionali saranno in grado di personalizzare le norme. Se, per esempio, una zona di pesca viene chiusa per preservarne l'ambiente, come nel caso di barriere coralline le deroghe per le navi che non impattano sul fondale possono essere proposte all'Ue dagli Stati membri che si affacciano su quel bacino. Oppure, nel caso della taglia minima delle vongole, la questione potrebbe essere risolta con una raccomandazione dagli Stati del bacino del Mediterraneo a Bruxelles. L'attuale norma Ue sulla taglia minima è infatti molto restrittiva e restringe sempre più l'attività del pescatore specializzato nelle vongole che rischia denunce penali.
Quanto alle piccole reti derivanti (fino a 2,5 chilometri), restano le regole in vigore, ma gli Stati sono liberi di adottare misure più restrittive. Si rivedere le caratteristiche tecniche degli attrezzi di pesca che attualmente hanno numerose incongruenze nelle dimensione delle maglie, negli attacchi delle reti e nella loro dimensione. Si potranno rivedere anche i limiti di operabilità per la flotta di imbarcazioni a strascico o per le draghe idrauliche.
Un «approccio regionalizzato che semplifica le norme, in linea con il nostro programma di miglioramento della regolamentazione. Permette decisioni e gestioni a livello locale, più vicine alle persone interessate» commenta il commissario europeo per l'Ambiente, Affari marittimi e pesca, Karmenu Vella.