Collegio Nazionale Capitani

Ocean Dream, così affonda una regina dei mari

Articolo di martedì 01 marzo 2016



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La Ocean Dream, vecchia nave da crociera di costruzione ligure, ha finito la sua carriera nel modo più doloroso per una vecchia regina dei mari.

La Ocean Dream, vecchia nave da crociera di costruzione ligure, ha finito la sua carriera nel modo più doloroso per una vecchia regina dei mari: si è capovolta su un fianco ed è affondata in acque thailandesi dopo essere stata abbandonata,più di un anno fa, da equipaggio ed armatore.


Il destino delle navi non è quasi mai glorioso: di solito finiscono su qualche spiaggia del Pakistan o dell’India per essere demolite. Ma in questo caso neppure i demolitori hanno valutato conveniente acquistare il vecchio scafo, che è rimasto a marcirea circa un miglio nautico della diga foranea di Laem Chabang.


Sono fondali bassi, quelli dove laOcean Dreamè stata lasciata e dimenticata: dall’acqua emerge circa metà dello scafo con la fiancata di dritta verso il cielo. Le autorità locali stanno monitorando la situazione, in ansia per il pericolo di sversamento in mare di idrocarburi con conseguente rischio di inquinamento dell’ecosistema marino.
Si sta anche indagando sulle cause dell’affondamento che, per fortuna, non ha causato né vittime né feriti visto cheormai laDreamè a tutti gli effetti una nave fantasma, ridotta a questo triste stato dal suo armatore, la Shanghai Eastime Ship Management.Armatore che ora sarà citato in giudizio dalle autorità thailandesi e che, in teoria, sarà costretto ad accollarsi i costi di rimozione del relitto. Ma non ci sarà da stupirsi se il vecchio scafo resterà in quelle acque per parecchi anni, finendo con l’essere “demolito” sul posto dall’azione delle correnti marine.


La società era stata più volte sollecitata a spostare la nave dal suo ormeggio improvvisato, un appello sempre caduto nel vuoto con l’Ocean Dream(17.042 tonnellate di stazza lorda per 163 metri di lunghezza) abbandonata a se stessa e priva di qualunque manutenzione; c’era quindi da aspettarsi che prima o poi sarebbe finita così. Adesso, dopo la valutazione ambientale,le autorità valuteranno i costi di rimozione e a quale società di salvataggio eventualmente affidare questa delicata operazione.


Finisce così la lunga vita di questo piccolo gioiello costruito dai Cantieri Navali Riuniti di Riva Trigoso (oggi Fincantieri). La nave era stata commissionata nel 1970 dalla Norwegian Caribbean Line (oggi Norwegian Cruise Line) con il nome diSeawarddopo il prototipo Southward. Quest’ultima entrò in servizio per la compagnia di Kloster nel 1971, mentre la gemella, a seguito dei problemi finanziari del costruttore con conseguente vertenza con il committente,fu acquistata da P&O che la ribattezzòSpirit of London.Con questo nome lasciò la Liguria nel 1972 per diventareSun Princessnel 1974 dopo l’acquisto da parte di P&O di Princess Cruises.
Fu solo sfiorata dal successo del telefilm Love Boat che vide protagonista la consocialePacific Princess: in una puntata ci fu una sfida tra i comandanti delle due navi. Dal 1988 al 1998 cambiò altre due volte proprietà prima di passare a Festival Crociere con il nome diFlamenco. Con la compagnia di Poulides ha vissuto i suoi ultimi fasti ritornando anche nei porti italiani fino alla fragorosa bancarotta di Festival nel 2004. Dopo la vendita all’asta seguirono altri cambi di proprietà e di bandiera, fino all’epilogo, tutt’altro che epico, dell’altro giorno.


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