Le pressioni dell’industria americana starebbero spingendo la Casa Bianca a rivedere al ribasso le proposte dell’Ustr.
L’amministrazione Trump, dopo aver fatto marcia indietro sui dazi, starebbe rivalutando anche le misure anti-Cina nel settore portuale e navale. Secondo fonti Reuters, le tariffe proposte a febbraio dall’U.S. Trade Representative (USTR) potrebbero essere ridotte o rinviate.
Le imposte previste – fino a 3,5 milioni di dollari per scalo per le navi costruite in Cina – avevano suscitato forti proteste da parte dell’industria americana, che temeva gravi ripercussioni sui costi di esportazione e sulla competitività dei prodotti statunitensi. Alcune aziende avevano persino minacciato di chiudere le attività negli USA o di evitare gli scali nei porti americani.
L’USTR avrebbe sottovalutato l’impatto delle tariffe su diverse tipologie di navi, non considerando mezzi più piccoli come petroliere e ro-ro. Ora si sta valutando una struttura tariffaria proporzionale alla stazza e al carico, più equa.
Nel frattempo, un nuovo ordine esecutivo firmato martedì scorso potrebbe rappresentare un’alternativa: sostenere l’industria navale nazionale senza danneggiare gli operatori internazionali. Secondo il World Shipping Council, è un approccio più costruttivo per rafforzare la filiera logistica statunitense.