Affacciarsi al mondo del lavoro nell’ambito marittimo è diventato sempre più difficile a causa delle nuove norme introdotte dalla Convenzione internazionale STCW/78-95 (Convenzione sugli standard di addestramento, abilitazione e tenuta della guardia per i marittimi).
Le disposizioni emanate prevedono il rilascio di certificati abilitativi obbligatori per lo svolgimento delle professioni marittime, gravando ulteriormente su coloro che vogliono intraprendere questa professione con prove tecniche e certificazioni da rinnovare dopo la scadenza di soli cinque anni.
I titoli necessari da conseguire per essere abilitati alla professione, prevedono differenti corsi di formazione il cui costo è interamente a carico dei lavoratori e con esami tutt’altro che semplici da superare al primo turno.
Tutto ciò comporta un grave dispendio economico e di tempo per una categoria - come quella dei professionisti che lavorano in mare - costretta ad affrontare ogni giorno sfide sempre più difficili come il lavoro svolto a chilometri di distanza da casa e famiglia.
E se è vero che è il mare a insegnare il mestiere, negli ultimi anni la teoria e la burocrazia - legata alla moltitudine dei certificati - ha sostituito questa buona pratica causando notevole malessere nel comparto dei marittimi.
Per maggiori approfondimenti si rimanda all'articolo di Nicola Silenti