La nautica da diporto si conferma come uno dei motori più dinamici del sistema produttivo nazionale. Una riprova che arriva dai numeri illustrati nel corso del convegno “Blue Economy e Turismo Leve di supporto territoriale" tenutosi a Napoli presso il Salone Nautico il 14 febbraio u.s. durante la 50esima edizione di Nauticsud terminata il 18 febbraio u.s. durante la quale si sono confrontati istituzioni ed esperti del settore sulle varie tematiche del comparto che può contribuire allo sviluppo economico dell’intero Mezzogiorno.  

Numerosi argomenti trattati corredati da dati e cifre verificate, che certificano una crescita vigorosa del fatturato della nautica da diporto italiana  con un considerevole aumento delle prenotazioni delle imbarcazioni specialmente nel sud Italia.

Numeri che testimoniano in modo inequivocabile l’animo battagliero, lo spirito d’iniziativa e l’eccellenza di un settore di pregio della nostra economia, strutturato in un sistema capillare di piccole imprese artigiane sempre più apprezzate in un mercato che non concede sconti a nessuno  in una continua competitività.

Un universo, quello del diporto, complesso e multiforme, che” costituisce un vero vanto del made in Italy,ma anche e soprattutto per l’indotto che genera grazie all’economia della filiera nautica” ha dichiarato il ministro Daniela Santanchè presente al convegno di Napoli aggiungendo che “la nautica da diporto è il vero motore di sviluppo economico per il centro sud Italia”. All’evento  ha partecipato anche l’Amministratore Delegato di Marinedi Ing.Renato Marconi che ha introdotto il discorso sulle Marine Resort affermando che ”si intendono quei porti turistici che offrono tra i 400 e i 1000 posti barche  e che  di estate attraggono tra 4000 e 10.000 persone al giorno,quindi il territorio ha l’opportunità di ospitare questi visitatori che generalmente portano ricchezza tenuto conto che ogni euro speso nel porto turistico corrisponde a tre euro spesi nel territorio”.Una efficiente gestione delle marine esistenti in Italia continua Marconi “rivoluziona il concetto di turismo stagionale rendendo queste località destinazioni attraenti, seppure in maniera ridotta, per tutto l’anno con benefici per tutto il territorio”.

Indagare nel dettagli il pianeta diporto ,come già scritto varie volte, è una impresa quasi impossibile da realizzare compiutamente in quanto nella totalità dei casi le indagini statistiche e gli studi dedicati prendono in esame la sola attività cantieristica  mentre il settore è un mosaico multiforme e sfaccettato di tante strutture e attività produttive legate in modo indissolubile a questo mondo. Un mosaico che comprende tante voci dell’industria manifatturiera italiana che spazia dalla produzione di mobili di arredo, alle dotazioni varie e tanto altro inclusi i servizi portuali e turistici.  Insomma, a conti fatti, la nautica continua la sua crescita nella industria manifatturiera nazionale. Interessanti alcuni dati elencati da Marconi che afferma che nel mondo c’è una crescita annuale del 20% di imbarcazioni al di sopra dei 24 metri. Il 65%di questo naviglio naviga nel Mediterraneo e il 45%di questa quota naviga lungo le coste italiane, ruotando intorno a punti focali come la Costa Smeralda, il golfo di Genova, quello di Napoli ed il passaggio nel canale di Sicilia”.

E noi ci permettiamo di aggiungere, non solo per motivi sentimentali, quel gioiello d’ambra, smeraldo e platino che è la costa di Villasimius ed il suo efficiente e servitissimo porto turistico compresi nelle acque cristalline  dell’Aria marina protetta di Capo Carbonara, vera e propria oasi incontaminata della costa sudorientale della Sardegna. Insomma il turismo nautico si dimostra senza dubbio uno dei settori più vivaci del nostro paese e l’Italia con le sue stupende coste non può non essere coinvolta nello sviluppo del settore.

A cura di Nicola Silenti

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