Un settore economico d’eccellenza nelle mani di una forza lavoro istruita, preparata come poche e addestrata alle avversità del meteo e alla furia del mare. Una forza lavoro nelle cui mani è scritto il destino non solo della nostra ma anche dell’altrui marineria, chiamata a sostenere il peso di una tradizione antica che non si mostra al passo di questi impietosi e schizofrenici tempi dell’economia globale.
Tra i versanti da indagare dell’universo mare una pagina di rilievo va dedicata al settore marittimo e alla lamentata carenza proprio di marittimi che si è creata nel trasporto via mare alimentata anche dal conflitto in Ucraina che ha generato la mancanza di circa 300mila marittimi ucraini e russi ai quali va aggiunta anche una consistente quota di marittimi filippini presenti sul mercato del trasporto via mare per la nota polemica con l’Unione Europea per gli standard di istruzione di detti marittimi..
Si ritiene importante sottolineare che il divario fra domanda e offerta di lavoratori marittimi è purtroppo un fenomeno strutturale di carattere mondiale denunciato anche da Associazioni internazionali del settore quali BIMCO e ICS. Per far fronte ai problemi relativi alla carenza di marittimi, il presidente della Confitarma Mario Mattioli chiede in prima battuta che la norma nota come legge Cociancich venga rivista per rendere più “flessibili i vincoli di nazionalità degli equipaggi” aggiungendo che” è necessario sostenere economicamente i giovani che vogliono intraprendere la carriera del mare”.
Si concorda con questa ultima affermazione significando che il primo provvedimento dovrebbe essere il finanziamento dei corsi basic training necessari per imbarcare a bordo delle navi. La carenza di lavoratori marittimi si farà particolarmente sentire durante la prossima stagione estiva per i servizi di cabotaggio e per l’operatività delle navi traghetto meno che per le navi da crociera.Succederà quello che gli addetti ai lavori predicano da anni e cioè la mancanza di una visione reale sul futuro dei marittimi privilegiando una politica miope mirata solamente al risparmio a iniziare dalle tabelle di armamento.
Da una personale indagine presso alcune società di navigazione ed in particolare con un confronto con i rispettivi “Crew Manager” o “DEF”che io continuo nostalgicamente a chiamare “Capitano di armamento”- per inciso alcuni sono miei ex-allievi – è emerso che la carenza di marittimi si avverte particolarmente per gli ufficiali di macchina e per le figure professionali di motoristi, elettricisti, marinai, etc. fino ad arrivare ad una consistente quota di personale di camera e cucina. Per inciso molti rifiutano il lavoro perché ancora avvertono sintomi da disturbi post-traumatici per imbarchi prolungati generati dalla pandemia Covid-19 che, com’è noto,ha influenzato la vita di molte persone a bordo delle navi. La situazione descritta è determinata da molteplici fattori che andrebbero ampiamente analizzati da parte delle istituzioni preposte per un esame completo delle criticità che colpiscono la “Gente di mare” tra l’altro già ampiamente esposte in vari articoli riportati su questo giornale telematico.
di Nicola Silenti
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