Il mare
Adriatico ha registrato negli ultimi dieci anni una crescente importanza nel
settore crocieristico, ma il 2014 ha rappresentato una significativa battuta
d’arresto, con un calo del 10% dei passeggeri movimentati.
A pesare fortemente su questo brusco calo è l'incertezza che avvolge il traffico crocieristico a Venezia, comprimendo i benefici economici per tutti i porti dell'Adriatico, Bari, Ravenna, Ancona, Dubrovnik e Kotor.
E' uno studio commissionato da CLIA che presenta dati allarmanti come la registrazione di una ‘perdita’ di 113,5 milioni di euro di spesa diretta totale nel biennio 2014-2015 (dei quali 78,3 milioni come spesa di crocieristi ed equipaggio e 35,2 milioni di spesa delle navi).
Francesco Galietti, direttore nazionale di CLIA Italia non nasconde preoccupazione per questa situazione e per la conseguenza nei vari porti soprattutto Bari: “È necessario trovare urgentemente una soluzione per le navi da crociera a Venezia. Se lasciassero la città lagunare, ci sarebbe un forte rischio per l’intero Adriatico – Bari compresa – che potrebbe essere escluso dalle rotte crocieristiche.”
La Puglia si dimostrava invece una regione molto favorevole nei confronti dell'industria crocieristica, sul versante adriatico, Bari rappresenta una delle destinazioni più importanti, attraendo oltre 500 mila passeggeri l’anno.